venerdì 18 ottobre 2013

L'ingresso del CAFE JAZZ BEER JOSE in Via S.Egidio, 8 Verona






La famiglia Nicorini

La colonna tardo-gotica, fa scudo alla Sala Bar
Il "Trecentesco angolo d'ascolto",
dominato in primo piano dall'arcata in mattoni
e da uno splendido soffitto in legno del Quattrocento
lavorato a mano, avvolto da opere d'arte di inconfutabile valore,
avvicina gli animi più sensibili confortato
dall'inimitabile atmosfera che solo la musica sa creare.

La settecentesca sala, discretamente posta a sinistra dell'ingresso,
capace di contenere trenta persone, e destinata ad accogliere
conferenze e riunioni aziendali,
anche ad alto livello, abbandonando gli ospiti
in un clima di assoluta serenità.
Al di la della colonna tardo-gotica, baciata dai rarissimi raggi
che silenziosamente filtrano dalle enormi finestre, scopriamo la confortevole
Sala Scacchi, sede del più vecchio Circolo Scacchistico Veronese.
Durante il giorno ai verdi tavoli, siedono e si confrontano
le più grosse personalità di Verona, regalando
conforto e soddisfazione all'innata passione.
La Hall del Cafè Jazz Beer Jòse



Andrea e papà Jòse Nicorini


NOTIZIE STORICHE
Il CAFE' JAZZ BEER JOSE si apre in alcune sale terrene di una delle case

che storicamente furono dei Miniscalchi, ricchi mercanti di seta di
origine bergamasca giunti a Verona verso la fine del trecento, che si insediarono
in alcuni edifici tra le Vie San Mammaso e Sant'Egidio.
La ristrutturazione di questo palazzo ha portato alla luce alcuni elementi
architettonici di notevole interesse per la loro antichità.
Tra essi si nota una colonna tardo-gotica in marmo rosso di Verona
con la base ancora occlusa: il fusto è liscio e si salda al capitello
mediante un collarino a tre fasce; il capitello si ispira ai moduli - molto stilizzati
- dell'ordine ionico, nei quali si inserisce, con gusto decorativo, un fiore in 
posizione centrale.
Il capitello è sormontato da un piccolo pulvino e da un segmento
del trave originario.
Degno di nota è pure il beccatello in legno, che posa su una mensola di pietra,
decorato con dentelli, che in origine presentava tracce di policromia:
è quanto rimane in vista dell'antica copertura del soffitto quattrocentesco.
nella seconda sala si apre una grande arcata in mattoni, che poggia
su mensole di pietra: il manufatto è databile alla seconda metà del Trecento
e va interpretato come avanzo di una struttura architettonica preesistente all'edificio
tardo-gotico fatto costruire dai Miniscalchi.
Oltre l'arcata si può vedere un tratto di soffitto in legno a lacunari:
è superstite un grosso trave di sostegno scolpito con decorazioni a treccia,
a dentelli e a foglie, molto vicino, per epoca e per gusto, 
al precedente beccatello