L'ingresso del CAFE JAZZ BEER JOSE in Via S.Egidio, 8 Verona
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La famiglia Nicorini |
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La colonna tardo-gotica, fa scudo alla Sala Bar |
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Il "Trecentesco angolo d'ascolto", dominato in primo piano dall'arcata in mattoni e da uno splendido soffitto in legno del Quattrocento lavorato a mano, avvolto da opere d'arte di inconfutabile valore, avvicina gli animi più sensibili confortato dall'inimitabile atmosfera che solo la musica sa creare. |
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La settecentesca sala, discretamente posta a sinistra dell'ingresso, capace di contenere trenta persone, e destinata ad accogliere conferenze e riunioni aziendali, anche ad alto livello, abbandonando gli ospiti in un clima di assoluta serenità. |
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Al di la della colonna tardo-gotica, baciata dai rarissimi raggi che silenziosamente filtrano dalle enormi finestre, scopriamo la confortevole Sala Scacchi, sede del più vecchio Circolo Scacchistico Veronese. Durante il giorno ai verdi tavoli, siedono e si confrontano le più grosse personalità di Verona, regalando conforto e soddisfazione all'innata passione. |
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La Hall del Cafè Jazz Beer Jòse
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Andrea e papà Jòse Nicorini |
NOTIZIE STORICHE
Il CAFE' JAZZ BEER JOSE si apre in alcune sale terrene di una delle case
che storicamente furono dei Miniscalchi, ricchi mercanti di seta di
origine bergamasca giunti a Verona verso la fine del trecento, che si insediarono
in alcuni edifici tra le Vie San Mammaso e Sant'Egidio.
La ristrutturazione di questo palazzo ha portato alla luce alcuni elementi
architettonici di notevole interesse per la loro antichità.
Tra essi si nota una colonna tardo-gotica in marmo rosso di Verona
con la base ancora occlusa: il fusto è liscio e si salda al capitello
mediante un collarino a tre fasce; il capitello si ispira ai moduli - molto stilizzati
- dell'ordine ionico, nei quali si inserisce, con gusto decorativo, un fiore in
posizione centrale.
Il capitello è sormontato da un piccolo pulvino e da un segmento
del trave originario.
Degno di nota è pure il beccatello in legno, che posa su una mensola di pietra,
decorato con dentelli, che in origine presentava tracce di policromia:
è quanto rimane in vista dell'antica copertura del soffitto quattrocentesco.
nella seconda sala si apre una grande arcata in mattoni, che poggia
su mensole di pietra: il manufatto è databile alla seconda metà del Trecento
e va interpretato come avanzo di una struttura architettonica preesistente all'edificio
tardo-gotico fatto costruire dai Miniscalchi.
Oltre l'arcata si può vedere un tratto di soffitto in legno a lacunari:
è superstite un grosso trave di sostegno scolpito con decorazioni a treccia,
a dentelli e a foglie, molto vicino, per epoca e per gusto,
al precedente beccatello
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